Quel filo di seta che unisce serigrafia, banconote e antiche mappe
Quel filo di seta che unisce serigrafia, banconote e antiche mappe
Curiosità dal mondo della seta
Esiste un sottile filo di seta che unisce ed accomuna l’arte della serigrafia, il mondo delle banconote, la storia della carta moneta ed antiche mappe geografiche.
La Serigrafia
Il filo di seta inizia dalla Serigrafia è una tecnica di stampa antichissima che utilizza il trasferimento dell’inchiostro o colorante, su un supporto attraverso un movimento di carattere meccanico e di pressione: posizionato del colore su un telaio dotato di parti libere ed omogeneizzato tramite una racla, questo penetra nel sottostante supporto di stampa creando il motivo desiderato. Uno dei più conosciuti artisti che hanno fatto uso della serigrafia è stato Andy Wharol con la sua Pop Art.
La serigrafia come la seta affonda le sue radici nella storia, tecniche simili sono state datate ai tempi dei Fenici o della prima arte giapponese la quale, specializzandosi con telai in seta, ne determinò la sua denominazione: serigrafia dal lanino “sericum” (seta) e dal greco “graphein” (scrivere) = scrivere su seta.
La Carta Moneta di seta
Marco Polo, (1254/1324), protagonista principe della Via della Seta descrive in modo attento e stupefatto l’utilizzo della carta moneta all’interno della Cina. Nel capitolo 95 de Il Milione, raccontando dei suoi viaggi fra il 1271 ed il 1295, nel regno del gran Khan, lo scopritore Veneziano rimane sorpreso da questo metodo di pagamento e del fatto che venisse utilizzata la corteccia del Gelso per produrre carta moneta di seta:
“Or sappiate ch’egli fa fare una cotal moneta com’io vi dirò. Egli fa prendere scorza d’un àlbore ch’à nome gelso – èe l’àlbore le cui foglie mangiano li vermi che fanno la seta -, e cogliono la buccia sottile che è tra la buccia grossa e ’l legno dentro, e di quella buccia fa fare carte come di bambagi; e sono tutte nere. Quando queste carte sono fatte cosí, egli ne fa de le piccole, che vagliono una medaglia di tornesegli picculi, e l’altra vale uno tornesello, e l’altra vale un grosso d’argento da Vinegia, e l’altra un mezzo, e l’altra 2 grossi, e l’altra 5, e l’altra 10, e l’altra un bisante d’oro, e l’altra 2, e l’altra 3; e cosí va infino 10 bisanti. E tutte queste carte sono sugellate del sugello del Grande Sire, e ànne fatte fare tante che tutto ’l tesoro (del mondo) n’appagherebbe. E quando queste carte sono fatte, egli ne fa fare tutti li pagamenti e spendere per tutte le province e regni e terre ov’egli à segnoria; e nesuno gli osa refiutare, a pena della vita”
“Ora dovete sapere che il Grande Sire [il Gran Khan] fa fare una moneta come io vi spiegherò. Egli fa prendere la corteccia di un albero chiamato gelso, che è l’albero le cui foglie sono mangiate dai bachi da seta, e estraggono la pellicola interna che si trova tra corteccia e fusto dell’albero e da quella pellicola fa creare carte come il cotone tutte nere. Quando queste carte sono pronte, egli le divide in parti più piccole che per valore sono comparabili a una moneta da un tornese piccolo, l’altra vale un tornese, e l’altra vale un grosso d’argento di Venezia, l’altra un mezzo, l’altra due grossi, l’altra cinque, l’altra dieci e l’altra un bisante d’oro, l’alta due, l’altra tre e così via fino a dieci bisanti. Tutte queste carte erano caratterizzate dal sigillo del Gran Khan, e ne hanno prodotte così tante da corrispondere al valore del tesoro imperiale. E quando queste carte sono pronte, egli le fa usare in tutti i pagamenti e le spese in tutte le province e i regni e le terre dove egli è il nostro sovrano; e nessuno osa rifiutarle, per paura della morte.”
Antiche mappe geografiche in seta
La più antica mappa del mondo che sia dato di conoscere, è in seta ed è chiamata Kangnido, denominazione abbreviata di Honil Gangni Yeokdae Gukdo Ji Do che significa “Mappa di Terre integrati e regioni dei paesi storici e capitali.”. Creata nel 1402 in Corea, l’originale risulta distrutto ma sono giunte a noi 3 copie attualmente custodite in Giappone. La versione meglio conservata, datata XV secolo, contiene una prefazione originale scritta. È certamente il più antico esempio di un mappamondo, creato molto tempo prima dei tentativi cinesi e giapponesi. Rappresenta il vecchio mondo con al centro la Cina, fino a Nord la Mongolia, a sud Giava, ad Est il Giappone ad Ovest Africa ed Europa. È la prima mappa asiatica a riportare l’Europa. Probabilmente destinata ad essere appesa ad un paravento, in dimensioni 164 x 171, è costruita interamente in seta con colori che si sono mantenuti ancor oggi sgargianti specialmente nel verde dei mari e blu dei fiumi.